I minori vittime di maltrattamento accolti dall’Associazione CAF portano nel loro cuore ferite profonde.
Sono bambini e ragazzi, allontanati dalla famiglia d’origine su provvedimento del Tribunale per i Minorenni, con alle spalle un difficile passato familiare caratterizzato da violenze, grave trascuratezza e un bisogno smisurato di ricominciare ad avere fiducia in sé stessi e nel mondo degli adulti.
I nostri operatori, attraverso gesti di cura semplici e quotidiani, li valorizzano, li sostengono nel difficile percorso di affrancamento dai traumi subiti e li aiutano a tirare fuori il meglio di sè.
Scopriamo insieme quali sono i gesti di cura che aiutano i nostri bambini a crescere un po’ più serenamente:
Un risveglio rassicurante
Essere accolto al risveglio e rispettato nei propri ritmi e stati d’animo da un adulto attento e affettuoso è un’esperienza fondamentale per ogni bambino.
E’ l’educatore di turno in Comunità che sveglia i bambini ogni mattina e si accerta che ciascuno si lavi e si vesta in maniera adeguata alle stagioni e alle attività previste per la giornata.
Il risveglio del mattino, nel periodo scolastico, avviene tra le 7:00 e le 7:30. In questo momento delicato sono presenti in struttura almeno 3 educatori, uno per Comunità.
La colazione si fa tutti insieme e l’educatore farà in modo che ciascuno abbia ciò che desidera e riceva attenzioni individualizzate. A volte qualche bimbo non desidera mangiare niente per colazione, a allora l’educatore lo incoraggerà a prendere almeno qualcosa o comunque si premurerà di mettere in cartella un merenda più abbondante.
Grazie alla cura dei suoi educatori ogni in Comunità troverà nella propria cartella una merenda sana e sostanziosa e porterà a scuola tutto il materiale necessario.
Momenti di relax in Comunità
Dopo il pranzo, al rientro da scuola, i bambini (ma anche i ragazzi più grandi) si rilassano e si riposano un po’ prima dell’inizio dei compiti.
Questo momento può essere anche un’occasione per stare un po’ da soli con se stessi nella propria camera e per recuperare le energie profuse durante il lavoro a scuola.
Queste ore di svago vengono vissute dai bambini e dai ragazzi in vario modo: alcuni leggono, altri fanno un gioco un gioco, altri ancora ascoltano la musica o fanno un riposino. Se i bambini lo desiderano è possibile anche guardare un po’ di TV. Gli educatori seguono i bambini nelle varie attività lasciando che ognuno trovi il proprio spazio di relax.
Se lo desiderano, i nostri piccoli ospiti possono anche ritrovarsi in gruppo con i bambini delle comunità attigue per fare un gioco di società o guardare un po’ di TV insieme.
Un aiuto nei compiti
Dopo il gradito momento di relax, per ogni bambino arriva il momento dei compiti.
Le difficoltà di apprendimento sono frequenti tra i nostri assistiti e sono spesso il sintomo delle gravi difficoltà relazionali sorte all’interno della famiglia d’origine. Fare i compiti, dunque, può non essere semplice in Comunità. I bambini vanno incoraggiati e aiutati a terminare i lavori a loro assegnati per il giorno successivo. Sino ai primi anni delle medie, l’educatore controlla sempre che il minore abbia svolto i compiti assegnati e, nel caso in cui non l’abbia fatto, li incoraggerà a completare il lavoro aiutandoli se servisse.
Non è raro che i nostri bambini, soprattutto i più piccoli, si rifiutino di fare i compiti perché si sentono inadeguati o perché disturbati dai loro problemi emotivi. In questi casi l’educatore rassicura il minore e propone piccoli passi da fare insieme, usando strategie di rinforzo che pian piano facciano ritrovare al minore la sicurezza perduta e lo aiutino ad affrontare senza timore le sfide quotidiane della scuola. Questi piccoli ma importanti supporti sono gesti che curano nel profondo i bambini vittime di maltrattamento.
Occuparsi della propria persona
La cura e l’igiene personale hanno un valore molto importante nel lavoro educativo con i bambini e i ragazzi accolti nelle Comunità CAF.
Attraverso la cura di sé, i bambini e i ragazzi che provengono da contesti familiari altamente trascuranti, sperimentano concretamente il beneficio del relazionarsi con adulti che si preoccupano per il loro benessere fisico e contemporaneamente anche per il loro benessere emotivo. Le vicende traumatiche di cui i bambini sono stati vittime, inoltre, impongono agli educatori di Comunità di avere una particolare cautela nell’avvicinarsi a loro e ai loro corpi.
Il momento del “bagnetto serale” ad esempio è per alcuni piccoli un’esperienza totalmente nuova, che va affrontata gradualmente potendosi affidare senza timori alle cure degli educatori. Non è raro, per esempio, che farsi lavare i capelli possa diventare un’attività faticosa: gli educatori in questi casi adottano strategie utili a rendere meno preoccupante possibile questo momento di igiene personale. Sono questi i gesti che curano i minori vittime di maltrattamento.
Vicinanza nel momento di addormentarsi
La messa a letto, in Comunità, è il momento più delicato di tutta la giornata. I bambini maltrattati, infatti, associano al sopraggiungere della notte e al momento di andare a letto fantasie e paure di separazione, o ancor peggio ricordi di violenze e mancanza di sicurezza. Dunque è molto importante che gli educatori sappiano contenere le paure e restituirle ai bambini come meno minacciose di quanto possano sembrare, offrendo loro gli strumenti per affrontarle e sottolineando con la loro presenza benevola, che l’adulto rimane vicino ed è in grado assumere su di sé una parte del dolore che esprimono.
Anche la composizione delle camere in Comunità viene pensata dall’équipe in modo da agevolare il momento della messa a letto: dai piccoli si cerca di mettere insieme i bambini della stessa età, maschi e femmine separatamente, e si cerca di evitare la convivenza stretta tra bambini che hanno particolari difficoltà nel momento di addormentarsi.
Per accompagnare i bambini più piccoli all’addormentamento, l’educatore legge una fiaba o canta una ninna nanna, fa una coccola o semplicemente sta vicino fino a che gli occhi non si chiudono spontaneamente. Affinché tutti riposino sereni l’educatore che fa il turno di notte (uno per Comunità) è impegnato in una vigilanza costante dei bambini.
Le nostre Comunità Residenziali 3-12
Le 3 Strutture Residenziali psico-educative nelle quali ci prendiamo cura di minori tra i 3 e i 12 anni sono situate a sud di Milano.
I bambini accolti in Comunità arrivano da un percorso di grande sofferenza che li ha visti coinvolti per molti anni in situazioni di maltrattamento, abuso e grave trascuratezza, senza reali alternative in termini di protezione, benessere ed educazione. Tali esperienze spesso non permettono di raggiungere le tappe evolutive standard e possono compromettere la capacità di chiedere aiuto, la concentrazione e l’apprendimento, la regolazione delle emozioni. Le relazioni con gli altri, sia coetanei che adulti, sono pervase da contenuti traumatici, risultando “inquinate” da paura, rabbia, angoscia, confusione.
La sfida che abbiamo raccolto è quella di provare a interrompere quella trasmissione intergenerazionale delle situazioni di maltrattamento, che risulta quasi inevitabile quando i bambini non vengono protetti e aiutati a rielaborare le gravi esperienze subite.
CHI SIAMO
L’Associazione CAF nasce nel 1979 come luogo innovativo nel quale accogliere e curare in maniera specifica e professionale bambini e ragazzi allontanati dal proprio nucleo familiare perché vittime di abusi e gravi maltrattamenti allo scopo di spezzare la catena che troppo spesso trasforma questi minori in adulti violenti o trascuranti.
Dalla sua fondazione ad oggi, l’Associazione CAF ha accolto e curato oltre 1000 minori e offerto un importante sostegno alle loro famiglie in crisi.
In risposta ai bisogni del territorio, l’Associazione ha sviluppato inoltre un servizio specifico per promuovere e sostenere l’affido familiare come forma di accoglienza per i bambini e i ragazzi che non possono rientrare nella loro famiglia.
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